I coralli costruttori


Il reef madreporico
Le scogliere coralline (reef) presenti nella fascia intertropicale, sono classici esempi di biolititi (Impalcature rocciose organogene costruite dagli organismi che si sviluppano nella loro posizione originaria di crescita) composti in gran parte dagli organismi del phyum dei Cnidari chiamati madrepore. Sono degli esacoralli (cioè i loro polipi hanno sei, o multipli di sei, tentacoli) che costruiscono impalcature più o meno ramificate (a volte incrostanti) che crescendo gli uni sugli altri costituiscono immense colonie calcaree.

La crescita dei coralli
Nella zona del parco naturale di Wadi el Gemal, Marsa Alam, Egitto, dove ho trascorso le vacanze per diversi anni, ho potuto monitorare la crescita dei coralli madrepirici usando come riferimento un ponteggio di tubolari irresponsabilmente abbandonato sul fondo in mare. Osservando attentamente le foto si può notare l'accrescimento evidente delle formazioni. Tra una decina d'anni la struttura in ferro abbandonata sul fondo, se non spostata da mareggiate, sarà probabilmente coperta dalle madrepore. Si parla di un paio di centimetri all'anno, inoltre la loro colorazione vivida testimonia la loro "buona salute".




Monitoraggio della crescita dei coralli (Wadi el Gemal, Marsa Alam, Egitto).
1) In alto a sinistra: foto eseguita all'inizio di luglio del 2007; a destra: lo stesso soggetto ripreso esattamente un anno dopo (inizio luglio 2008).
2) In basso a sinistra: foto di riferimento dell'inizio di luglio del 2007; a destra: lo stesso soggetto ripreso esattamente due anni dopo (inizio luglio 2009).



Un fenomeno a carattere geologico
La scogliera madreporica, essendo formata da un accumulo di strutture calcaree prodotte da organismi viventi (detti biocostruttori), è soggetta ad una continua modificazione dovuta alla loro crescita che, seppur lenta (si parla mediamente di 1 cm all'anno) è in grado di edificare imponenti strutture.
Con il trascorre del tempo l'accumulo di quetre strutture da luogo a immense formazioni che, essendo dislocate su estese aree geografiche, acquistano un vero e proprio significato geologico.
I paleontologi chiamano queste strutture fossili con il termine di bioherme, se si sviluppnano verso l'alto e biostrome se si sono accresciute orizzontalmente.
La massa calcarea d'origine biologica che compone il reef risulta viva soltanto in superficie in quanto qui è localizzata la massa di coralli che si accresce in continuazione sul reef morto, che è in effetti fossile, con spessore che parte da pochi metri fino a raggiungere anche valori chilometrici.
Trivellazioni eseguite nell'atollo di Funafuti (isole Figi) hanno infatto rilevato presenza di madrepore fino a 2000m di profondità.
La scogliera madreporica nel suo lentissimo accrescersi segue la luce: i coralli si comportano in effetti come fossero dei vegetali. Pertanto la sua morfologia è testimone di movimenti geologici quali ad esempio subsidenze (sprofondamenteo della crosta terrestre) ed eustatismo (variazionei del livello medio marino).


Classificazione delle scogliere madreporiche
In funzione delle caratteristiche geografiche e geologiche regionali è possibile classificare le scogliere madreporiche in base al loro accrescimento in rapporto alla costa o alle strutture geologiche su cui si sviluppano. Si hanno tre principali suddivisioni: fringing reef, barrier reef e atolli, forme che rappresentano in effetti una evoluzione dello stesso fenomeno. Questi aspetti li trovate descritti nelle pagine dedicate allo specifico argomento.
E' importante capire che ogni formazione corallina si plasma sul paesaggio (geologia) dell'ambiente che la circonda adattandosi alla forma delle coste e/o delle isole su cui si sviluppa.


Genesi di una scogliera madreporica
Sotto, in una sezione geologica schematica semplificata, ho illustrato la morfologia teorica di una scogliera madreporica-tipo. L'esempio riportato rappresenta una porzione della costa egiziana sul Mar Rosso che possiamo "zonare" dividendola in diversi ambienti. I coralli, in questo caso, poggiano su un substrato di rocce che termina con dei sedimenti pleistocenici risalenti al termine delle glaciazioni e si sviluppano lungo la linea di costa.

1- A partire dalla spiaggia incontriamo un basso fondale che si protrae verso il mare (si parla normalmente di qualche decina di metri): inizialmente troveremo sabbia, poi la massa del corallo. Qui il livello dell'acqua, nello schizzo rappresentato dal colore azzurro, è compreso tra la bassa ed alta marea (da 30 a 80cm circa). Questa formazione, detta piattaforma corallina, è giustificata (nel caso specifico del Mar Rosso) dalla mancanza di una sensibile variazione del livello medio marino, i coralli si sviluppano infatti crescendo verso il mare aperto.
2- Al termine della piattaforma corallina troveremo un brusco gradino che si immergerà quasi perpendicolarmente questa viene detta scarpata interna. In questo punto il corallo protraendosi all'esterno può formare delle grotte, riparo per molti pesci. La scarpata interna scende fino ad una profondità di 10 - 30 metri.
3- Alla base della scarpata interna si trova un pianoro sabbioso più o meno eteso dove emergono formazioni di coralli.
4- Al termine del pianoro sabbioso compare il cosiddetto dropp-off un gradino morfologico, brusco punto di passaggio, verso la scarpata esterna che si immerge negli abissi. Tale struttura presenta però un significato più legato alla geologia in quanto indica il termine della piattaforma continentale e pertanto non dipende dall'azione di organismi biocostruttori.

Tale morfologia in effetti non risulta essere rappresentativa di tutte le scogliere madreporiche della Terra, ma dobbiamo considerare che tutti i reef sono molto simili tra loro: dipende molto dalla conformazione geologica regionale.




Sezione geologica teorica del reef.
Aspetto generalizzato in cui si può notare l'azione degli organismi biocostruttori che, in migliaia di anni, hanno creato una vera e propria struttura geologica (un vero e proprio reef fossile) su cui il corallo vivente si accresce. La barriera corallina appoggia sui sedimenti e rocce più antiche che risalgono ai tempi geologici in cui il corallo iniziò a formarsi.

Legenda (a partrire da sinistra): 1- roccia di base; 2- sedimenti recenti; 3- reef fossile; 4- sabbia attuale; 5- alta-bassa marea; 6- mare "aperto".



Aspetti di una tipica scogliera madreporica
Sempre in riferimento al Mar Rosso, sotto ho riportato alcune immagino che permettono di visualizzare virtualmente l'aspetto del reef per poterne riconoscere a prima vista le caratteristiche morfologiche sopra descritte.





Il reef fossile nel Mar Rosso
Durante l'innalzamento del livello marino durante ultime fasi interglaciali del Pleistocene date dagli scioglimeto dei ghiacci ai poli, il livello del Mar Rosso raggiungeva diversi metri in più di quello attuale. La presenza di reef fossile lo testimonia.
Sopra: la barriera corallina fossile emerge nella White Kinght Bay, zona di Sharm El Sheikh Egitto.
Sotto: formazioni madreporiche fossili a 3 metri sul livello del mare (Marsa Alam, Port Galib, Egitto).






La piattaforma corallina
La piattaforma corallina inizia praticamente dalla riva e può essere coperta di sabbia o anche da coralli. Nella foto in alto (White Kinght Bay, Sharm el-Sheikh, Egitto, luglio 2004) si vede la piattaforma corallina quasi priva di formazioni coralline; nella foto in basso (Ras Umm Mureika, Sharm el-Sheikh, Egitto, luglio 1998) è copeta da da formazioni coralline brulicanti di vita.




La scarpata asterna (Parco marino del Wadi el Gemal,Egitto, luglio 2011).
Si nota la massa di coralli che costituisce al scarpata che, quasi ad angolo retto, si immerge in mare aperto e si presenta all'osservatore come un muro colorato. In alto, sullo sfondo si vede la piattaforma corallina cde he inizia verso la riva.




La scarpata interna (Ras Umm Sid, Sharm el-Sheikh, Egitto, luglio 2004).
Guardando verso il mare aperto si vede la massa di coralli colorati che degrada quasi verdicale verso il mare aperto verso il pianoro sabbioso.




Il pianoro sabbioso (Parco marino del Wadi el Gemal, Egitto, luglio 2012).
Sulla sinistra è visibile la massa di coralli della scarpata interna del reef che scende quasi verdicale verso il pianoro sabbioso a circa 10m di profondità.