Proteggiamo il reef


Rispettiamo la natura
Ormai gran parte di noi vive in immense città dove gli unici animali che conosciamo sono il nostro gatto o il cane, solo chi abita in campagna ha la fortuna di vedere animali di altro tipo, ma pur sempre domestici. Ben difficilmente ci troviamo a fronteggiare ambienti "selvaggi" a meno che non intrapendiamo uno degli innumerevoli viaggi di piacere, ormai di moda, che ci portano in luoghi lontanissimi ...come la "barriera corallina" tropicale.
Solo allora ci troveremo veramente immersi in una natura selvaggia ed incontaminata, ma che avremo il dovere di rispettare. Possiamo infatti inconsapevolmente creare danni che, anche se minimi, rapportati alla grande quantità di visitatori, contribuiscono ad arrecare una mole enorme di deterioramento del reef.
Esistono pertanto delle regole elementari di comportamento che un tempo venivano suggeriti dagli stessi tour-operator nel classico brifting delle 9.00 di mattina del giorno successivo all'arrivio. Attuamente questa saggia iniziativa non pare più di moda! Pertanto ogni turista si trova abbandonato a se stesso in una natura a volte anche pericolosa in cui non sa come comportarsi.
Per rispettare la natura in questo caso è necessario seguire le poche regole elementari che ho esposto sotto.



Conchiglie meravigliose (Isole Giftun, Hurghada, Egitto , luglio 1996).
I pescatori locali hanno allestito abusivamente un banchetto con splendida malacofauna tropicale messa in vendita a poco prezzo ai turisti a sx si nota una grande Tridacna maxima. Attenzione alle specie protette perchè si può incorrere in multe salatissime!



Un ambiente delicato
La zona dell'ambiente marino delimitata tra la parte "umida" della spiaggia, cioè quella dove arrivano gli spruzzi delle onde, e la fascia compresa tra la bassa ed alta marea, costituisce un habitat interessantissimo, ma anche fragile e delicato. In questa zona, detta litorale, una popolazione animale variegata interagisce e fa parte della catena trofica marina: vi troviamo forme di vita facilmente "accessibili" da parte umana.
Infatti è proprio in questa porzione di ambiente che la maggior parte dei "bagnanti" svolge la propria attività. Pertanto un'innocqua passeggiata sulla spiaggia per goderci sole e mare nell'ambiente tropicale, può rivelarsi così molto dannosa agli abitanti del reef.
E consigliabile quindi vedere dove si mettono i piedi (anche per probemi di animali pericolosi) per non pestare piccoli esseri e distruggere le loro conchiglie minute ed i coralli in fase di crescita del "bagnasciuga".
In questa zona a volte brulica di esseri meravigliosamente colorati come conchiglie e stelle marine, che spesso ci attraggono ...e chi resiste alla voglia di raccoglierne una ?
La parte del reef appena sommersa e vicino alla riva, ha poi molte più attrattive di questo genere che portano ognuno di noi, quasi incosapevolmente, ad allungare una mano per prendere qualcosa.
Come naturalista consiglio di non farlo. Anche perchè all'areoporto di quasi tutte le località tropicali, dove esiste la barriera corallina, è presente un coral-detector che riesce ad individuare materiale calcareo e gusci di conchigle: le multe sono salatissime!
Ad esempio posso raccomandare, tenendo conto dei pericoli del reef, di raccogliere la conchiglia che vi interessa e fotografarla, per poi riporla immediatamente nel suo ambiente d'origine.
Però non rivoltate mai delle grosse pietre o blocchi di corallo morto, perchè potreste alterare dei piccoli "microhabitat" molto importanti e sensibilissimi.



Proteggere il reef (White Knight, Sharm el-Sheikh, Egitto, luglio 2004).
Ormai in molti "resort" i reponsabili, sensibili ai problemi della conservazione della natura, hanno installato passerelle galleggianti a basso impatto ecologico che permettono di entrare direttamente in acqua senza calpestare il fragile habitat marino del reef.



Qualche consiglio per comportarsi da naturalisti

Ho riportato un elenco di cose utili da conosere ed osservare per proteggere la natura. In molte zone dove i turisti non si sono comportati secondo queste regole il numero degli abitanti della barriera corallina è drasticamente diminuito, fortunatamente esistono anche delle associazioni naturalistiche locali che eseguono controlli.

1 - Scattare solo fotografie. Una foto non fa male a nessuno: se troviamo ad esempio una conchiglia che ci attrae è meglio raccoglierla, posarla su un sasso, fare una foto e rimetterla al più presto in acqua esattamente nel posto dove è stata raccolta. La fotografia è la base per l'esplorazione naturalistica.
2 - Non raccogliere conchiglie. Praticamente in ogni barriera corallina del mondo ne è ormai vietata (o regolamentata) la raccolta. Se siamo dei collezionisti dobbiamo rivolgerci a negozi locali specializzati per acquistarle: vi daranno un foglio di accompagnamento che ne giustificherà il possesso. Non raccoglere nulla, neanche quelle morte o in pezzi: i loro gusci sono utili a molti altri animali !
3 -Non toccare i coralli. Non si possono toccare i coralli perchè solo la pressione delle nostre dita può schiacciare ed ucciderne i polipai, alcuni poi sono fragilissimi e pertanto si possono spezzare facilmente.
4 - Non camminare sui coralli. Ancor di più non si deve camminate sul reef per gli stessi motivi di cui sopra: per entrare in acqua esistono pontili e "sentieri" scavati appositamente nelle colonie madreporiche. Inoltre camminare sui coralli è pericolosissimo in quanti tagliano come rasoi e se si cade...
5 - Non dare cibo ai pesci. Dare cibo ai pesci fa loro male. Un tempo i sub, in Egitto, usavano dare delle uova sode ai grandi e pacifici pesci Napoleone di cui erano molto ghiotti, creando così problemi al fegato e conseguente morte dei pesci stessi. Ancora adesso questi giganteschi labridi si avvicinanano con la bocca aperta per richiedere cibo al turista che, ignaro, spesso si spaventa! Fornire cibo ai pesci, oltre a creare loro problemi di salute, li abitua ad un errato sistema alimentazione, quindi presto non saranno più in grado di autoalimentarsi in modo naturale e da soli. Ricordo infine che alcuni pesci "pappagallo" sono molto veloci ed invadenti e con un morso possono staccare il polpastrello di un dito.
6 - Non disturbare i pesci. Nei mari tropicali i pesci non conoscono l'uomo e non lo temono: spesso, curiosi si avvicinano. Cercare di toccare un pesce (o altro organismo), oltre ad essere pericoloso, può spaventarli e infastidirli tanto da provocarne l'allontanamento dalla zona ...se poi nei pressi hanno il "nido" possono attaccare!. Questo non è un effettivo danno al pesce, ma è controproducente al buon funzionamento dell'equilibrio naturale: l'ambiente viene infatti così privato di un elemento della catena trofica.
7 - Giochi acquatici rumorosi. Tutti i resort sono ormai dotati di piscina, pertanto se vogliamo fare chiasso e divertirci andiamo lì. Un'usanza tipicamente italiana è la discoteca in riva al mare, dove notte e giorno non solo i turisti sono oppressi da una musica di sottofondo continua, ma anche i pesci e le tartarughe che non vengono più a deporre le uova nelle loro zone abituali. Pensate che ho delle riprese subacquee dove, a 3 metr sotto il livello marino a 100m dalla riva, si ode chiaramente la disco-dance nell'audio. Non parliamo poi degli scooter d'acqua ed altre cose simili.



Turismo devastante
Gli antichi romani dicevano giustamente "cum granu salis". Invece a volte capita che di questo utile minerale non se ne faccia proprio uso, come dimostrano le fotografie che seguono. Le immagini si commentano da sole e, a chi porta nel cuore immagini idilliache di un piccolo paradiso terreste, fanno molto male.







La piccola Hembadoo prima e dopo la "cura" (Hembadoo Island, Maldive).
Sopra: la piccola isola nello spendore della sua natura incontaminata, come appariva nel marzo del 1988. Una trentina di piccoli bungalow, costruiti con blocchi di corallo (tradizione del posto) discretamente nascosti nell'ombra della vegetazione, si affacciavano sul mare azzurro.
Sotto: le modifiche apportate all'isola nel 2008 (foto pubblicitaria scaricata da Internet): la distruzione di un sogno.