![]() | Paleontologia sistematica |
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Tassonomia
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L'ordinamneto dei viventi
La Sistematica, divide gli esseri viventi in categorie che presentano delle affinità fisiche ed anatomiche e la Tassononia li raggruppa gerarchicamnete. E' un processo di inquadramento in livelli che si basa su quello proposto nel 1758 da Carlo Linneo.
L'elemento dì base di questa scienza è il taxon (dal greco taxis = ordinamento), che in tutta la sistematica biologica indica per definizione in modo generico una categoria, raggruppamento o entità di qualsiasi grado. Il taxon, il cui plurale è taxa, viene detto anche unità tassonomica ed è definito come raggruppamento di organismi, distinguibili morfologicamente dagli altri per una caratteristica comune. Il livello piu basso è quello che corrisponde alla specie di un genere.
Ad ogni gruppo viene assegnato un nome in latino, una descrizione e un tipo, che consiste in un campione di un esemplare concreto. La scienza che definisce i taxa si chiama appunto Tassonomia.
Il compito della Tassononia
La Tassononia (dal greco taxis = ordinamento e nomos = regole) è lo studio teorico della classificazione di tutti gli esseri viventi. Ne detta le regole suddividendoli in diversi livelli gerarchici: i taxa. A tutti gli effetti ha come compito quello di definire i metodi per ottenere una classificazione che rifletta quanto più possibile l’ordine naturale.
Linneo propose uno schema tassonomico suddiviso in categorie che, sostanzialmente, sono ancor oggi in uso. Tali suddivisioni in effetti esistevano già prima di Linneo, ma non erano mai state usate in modo congiunto e compiuto.
La Tassononia però risulta solo una scienza teorica, infatti l’unica categoria tassonomica valida in natura è la specie, che corrisponde al livello gerarchico più basso e che non è una convenzione teorica imposta dall’uomo, infatti la si può riscontrare biologicamente.
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Classificazione della specie umana
Un esempio embelmatico di classificazione tassonomica e quello della specie a cui noi apparteniamo. In altro appaiono i simboli del genere maschile e feammile. Noi apparteniamo alla sottospecie ancora vivente classificata sapiens. L'altra sottospecie umana, che si è estinta, è la neaderthalensis, cioè l'uomo di Neandertal. Anche nella specie umana, come in moltissimi organismi, esiste un dimorfismo sessuale, nel nostro caso non molto accentuato, dove il genere femmnile risulta di statura leggermente inferiore a quello maschile. |
Gerarchie tassonomiche
Col sistema di nomenclatura binomia Linneo introdusse anche un sistema gerarchio di categorie che permise di definire i vari livelli di affinità tra piante e animali.
Questo sistema consente di raggruppare i viventi in vari gruppi di ordinamento, cioè i taxa che partono dalla Famiglia, che raggruppa i Generi affini con le loro rispettive Specie, che si raggruppano in Ordini, raggruppati in Classi a loro vota raggruppate in Phyla (singolare = Phylum) questi ultimi sono infine raggruppati in Regni. Attualmente lo schema gerarchico di classificazione si ispira ancora a quello di Linneo. Oltre a queste sette categorie che sono definite obbligatorie, sono utilizzare delle categorie internedie come ad esempio le Superfamiglie, le Sottocalssi, i Tipi, le Tribù, ecc.
Codice di nomenclatura
Nel 1842 il paleontologo inglese Hugh Strickland promosse la formazione di un comitato di esperti per creare un codice di norme che regolassero la nomenclatura zoologica, con l’adesione di membri illustri come Charles Darwin o Richard Owen. Questo fu il primo embrione del futuro Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica, apprave nel 1843, si conosce come Codice di Strickland.
Nel 1905, dopo varie traversie, nasce l’INCZ (International Code of Zoological Nomenclature) familiarmente denominato The Code, in italiano è il CINZ (Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica). Consiste in un insieme di regole che hanno l'intento fondamentale di provvedere alla massima universalità e continuità nella classificazione di tutti gli animali secondo giudizio tassonomico. Il CINZ agisce al di sopra di tutti gli zoologi. Prende provvedimenti in conseguenza alle varie questioni che le vengono proposte.
Regole di denominazione
il Genere e la Specie, che sono la base della nomenclatura binomiale, devono rispettare dei canoni precisi di denominazione. La regola primaria, innanzitutto, è che tutti le denominazioni scientifiche devono essere latinizzati. Tale scelta deriva ancora dai tempi pre linneiani qiando il mondo scientifico usava questo idioma per la denominazione scientifica a livello mondiale in quanto il latino era un isioma classico e studito ovunque. Si è matenuta questa usanza ancor oggi perché è una lingua morta quindi stabile e non ha quindi ingerenze politiche.
I nomi derivano frequentemente dalla lingua latina, altri sono di origine greca o derivano dalla lingua locale o dal nome dell'autore che per primo ha scoperto la specie. Le regole generali in sintesi sono le seguenti:
Genere: sono generalmente usati nomi mitologici, o che descrivono l’aspetto dell’essere vivente in oggetto, ma sempre più spesso, anche nomi di fantasia o proprii.
Specie: sono generalmente usati nomi che descrivono la morfologia dell’essere vivente, il nome della località in cui vive o è stato trovato o il nome dello scopritore (latinizzato al genitivo), ecc.
I tassonomisti, per nominare le specie, traggono spunto da una varietà di fonti, inclusi i giochi di parole. Comunque, dato che i nomi usati devono essere "latinizzati", per questa ragione che il nome binomiale, oltre a essere detto nome scientifico, viene spesso chiamato volgarmente "nome latino".
Simbolo maschile e femminile
È questa una curiosità "naturalistica". Per indicare il genere si usano due simboli, che spesso confondiamo, e che ricorrono spesso nella denominazione scientifica. La loro forma ha una origine ben precisa. Come era d’uso tra i primi naturalisti, spesso le terminologie si ispiravano al mondo classico dell’antichità, infatti i vasi dell’antica Grecia svelano il “mistero” dell’origine di questi segni. Scudo e lancia sono il simbolo delle armi degli antichi guerrieri, mentre lo specchio è uno strumento usato dalle fanciulle, questi disegni sono ricorrenti sui vasi dell'antica Grecia, come si può visìualizare nella tavola seguente. Sono poi anche usati come simboli astronomici di Marte e Venere.
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Simbolo maschile e femminile
Su due antichi vasi greci notiamo da dove deriva il simbolo maschile e femminile: lo scudo e lancia del guerriero e lo specchio di forma particolare usato dalla fanciulla. |
Denominazioni scientifiche curiose
Fortunatamente di rado i tassonomisti, per nominare le loro scoperte, traggono spunto da fonti singolari. Alcuni esempi sono eclatanti come il nome "romantico" di un insetto che l'entomologo inglese George Willis Kirkaldy (1873 - 1910) battezzò Peggichisme picturata che letteralmente significa: "baciami Peggy dipinta" pensando forse alla propria ragazza. Questo nome è stato poi invalidato dal CINZ e modificato in Ozophora picturata, ma è ancora considerato come un sinonimo: Ozophora (Peggichisme) picturata.
Un atro esempio è quello della “vespa scavatrice”, battezzata nel 1937 col nome Zyzzyx chilensis, forse un termine a carattere “onomatopeico”, che significa letteralmente: "zyzzyx del Cile" visto probabilmnete il tipo di ronzio dell'insetto.
Probanilmente il caso più "clamoroso" risulte essere quello del nome più lungo nella storia della classificazione binomia (letteralmente quasi impronunciabile) che è stato proposto dal naturalista polacco Benedykt Dybowski (1833 - 1930) per un Anfipode (gamberetto) del lago Bajkal: Il termine è stato poi invalidato dall’CINZ.
Il nome era inizialmnete Gammaracanthuskytodermogammarus loricatobaicalensis (divertitevi a pronunciarlo) poi passato molto più semplicemente a Leucothoe incisa.
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La denominazione più lunga
L'Anfipode (gamberetto) del lago Bajkal Leucothoe incisa scopertto dal naturalista polacco Benedykt Dybowski (1833 - 1930) che inizialmente battezzò col nome Gammaracanthuskytodermogammarus loricatobaicalensis (immagine tratta da Wikipedia). |
Alcune regole di nomenclatura
Le regole della nomenclatura binomia di una specie possono presentare diversi aspetti. Ricordo che a livello scientifico deve anche comparire il nome dell’autore della specie che di solito va posto alla fine e seguito dalla data della sua attribuzione. Solitamente a livello divugativo bastano solo il nome generico e specifico.
Per facilitare la compresione di questo sistema complesso ed intricato, ho inserito di seguito come esempio l'immagine di alcuni fossili con alcune diverse tipologie di classificazione ricorrenti.
1) Venus verrucosa L. 1758 - IlIl nome del genere precede quello della specie, segue l’abbreciazione dell’autore (L. = Linneo) e la data della denominazione.
2) Pecten (Flabellipecten) nigromagnus Sacco - Il nome del sinonimo va tra parentesi e precede quello specifico, segue il nome dell’autore.
3) Ozarkodina excavata inflata (Branson & Mehl, 1934) - Il nome specifico è seguito da quello della sottospecie, gli autori a la data sono posti tra parentesi.
4) Rhabdinopora flabelliformis var. socialis - Il nome specifico deve essere seguito da quello della varietà (abbreviato con var., non in corsivo).
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Esempio di classificazione di alcuni fossili
A livello divulgativo bastano i nomi generico e specifico: Venus verrucosa e Pecten (Flabellipecten) nigromagnus sono dei Bivalvi del Pliocene piemontese, Ozarkodina excavata inflata è un Conodonte del Devoniano dell'Ungheria, Rhabdinopora flabelliformis var. socialis è un Graptolite dell'Ordoviciano della Russia (gli esemplari non sono in scala tra loro). |