Paleontologia generale

Giacimenti fossiliferi

Detti anche geositi identificano zone particolari in cui si manifesta una concentrazione di fossili. A volte i fossili sono talmente abbontanti e particolari da costituire dei giacimenti noti in tutto li mondo.



Tutela del patrimonio paleontologico
I fossili costituiscono un patrimonio naturale irripetibile della vita del passato. Quando una "vena" o un giacimento fossilifero si esaurisce ne avremo perso per sempre le tracce: non se ne ritroverà l'eguale. Tale patrimonio essendo caratterizzato dalla sua unicità deve essere quindi salvaguardato e conservato.
Ogni fossile che viene trovato, risulta infatti prezioso, quindi un vero paleontologo non deve essere attratto dalla bellezza del reperto, ma da quello che esso rappresenta a livello scientifico. Pertanto esistono fossili più o meno interessanti, non più belli o più brutti. Non si deve essere attratti dall'aspetto estetico.
Faccio presente che spesso nelle cave si rinvengono dei fossili che vengono distrutti durante la lavorazione e preparazione del materiale da costruzione. Purtroppo questo problema ha da sempre preoccupato i paleontologi e gli appassionati. Tale fatto è in antitesi con la legge del nostro Paese che tutela qualsiasi fossile e ne regolamenta la raccolta. Infine, ed in special modo, ricordo poi che in Italia il commercio dei fossili rinvenuti nel territorio nostro Paese è vietato.


Dove trovare un fossile
Rinvenire un fossile non è una cosa facile, ma nemmeno rara come sembrerebbe a prima vista: occorre spesso essere dei buoni camminatori ed osservatori in senso naturalistico ed applicare un piccolo ragionamento "geologico". Durante una qualsiasi escursione nella natura possiamo camminarci sopra, ma non li vediamo: occorre sapere dove guardare.
Abbiamo visto che i fossili si rinvengono in terreni di origine sedimentaria e pertanto questi sono soltanto le rocce che li contengono e dove si possono rinvenire: occorre quindi portarsi su questi terreni. Si deve cercare le località dove le rocce sedimentarie sono "esposte", cioè affiorando a cielo aperto. Queste località sono di due tipi: quelle naturali, come piccole frane, rive di fiumi, incisioni torrentizie, ecc. e quelle artificiali come ad esempio le cave.



Affioramento di rocce sedimentarie
Durante i periodi estivi molto secchi le rive di fiumi e torrenti costituiscono un buon sito per individuare affioramenti di rocce sedimentarie. La foto ritrae il fiume Tanaro quasi in secca nei dintorni di Govone (AT). Si vedono affiorare argille e marne del Miocene superiore. Camminando lungo la sponda si possono rinvenire dei fossili caratteristici di questo periodo.


Una cava abbandonata
Tipici affioramenti di terreni sedimentari a volte ricchi di fossili sono le caratteristiche colline dell'Astigiano. La foto ritrae una collinetta nei boschi nei dintorni Gallareto (AT) sezionata artificialmente per permettere l'estrazione di materiale da costruzione (abbandonata e poi trasformata purtroppo in una piccola discarica). Si possono vedere i sedimenti sabbiosi testimoni del mare che nel Pliocene occupava la valle Padana, in cui si possoni rinvenire dei gusci di conchiglie.

Non sempre i terreni sedimentari risultano "fossiliferi", più frequantemente appaiono infatti sterili, cioè non presentano fossili. Questo è dovuto dal fatto che non si sono verificate le rare condizioni naturali necessarie per determinarne la conservazione. Oppure, più semplicemente, in quel luogo ed in quel tempo, non erano presenti esseri viventi.
Per contro esistono giacimenti fossiliferi più o meno ricchi di fossili. Molti di questi sono protetti per evitarne la depauperazione in seguito ad una raccolta sconsiderata (ricordo che esistono leggi precise che riguardano la raccolta di fossili e di cui tratterò separatamente, oppure perchè sono in studio da parte degli "addetti al lavori". Molti sono abbandonati o dimenticati, ma moltissimi altri sono ancora da scoprire.


La scoperta di un sito fossilifero
Una salutare passeggiata nei boschi intorno potrebbe regalare qualche sorpresa paleontologica. Tra le colline astigiane, nel boschi, spesso si possono incontrare delle piccole esposizioni naturali dove è possibile osservare un affioramento fossilifero come quello delle foto che affiora presso una carrareccia, in una zona nascosta dalla vegetazione: un piccolo smottamento ha messo in luce degli strati di sabbie marine fossilifere dove affiorarano delle conchiglie.



Un livello fossilifero
Nel bosci nei dintorni di Asti una parete di sabbie compatte del Pliocene (tipiche "sabbie gialle" di facies astiana) affiora per esposizione naturale. Possiamo vedere molti resti più o meno demineralizzati di malacofauna (conchiglie) fossile apparire a cielo aperto e formare un livello fossilifero.


Una spiaggia pliocenica
Questo livello fossilifero in cui compaiono delle conchiglie testimonia quindi la presenza del un mare pliocenico. Anche da una esame superficiale del livello fossilifero si capisce che siamo in presenza di sedimenti di un fondale basso, con resti di conchiglie frammentate, non lontano dalla riva. A sinistra affiora una conchiglia di un bivalve ben conservato.


Un fossile testimone di antiche spiagge
Parzialmente ricoperto dalla sabbia pliocenica fa capolino dal sedimento il guscio di pettinide: probabilmente Pecten (Flabellipecten) nigromagnus. Intorno compaiono altri resti di gusci di bivalvi e gasteropodi che presentano una certa demineralizzazione. Un delicato lavoro di spazzolino permette di portare alla luce il fossile per poter eseguire la fotografia: purtroppo l'esemplare, con le valve disarticolate, risulta fessurato. E' una grande emozione portare alla luce questa conchiglia pensando che da circa 3 miloni di anni giace sepolta ...e siamo i primo esseri umani a vederla.



I giacimenti Fossil - Lagerstätte
Esistono anche giacimenti fossiliferi particolari di grandissimo interesse scientifico i cui fossili hanno anche un grande impatto estetico e per il tipo di conservazione e la quantità di materiale fossile presente, stupiscono anche i paleontologi più "incalliti": sono i cosidetti Fossil-Lagerstätte.
Questo termine è stato coniato dai paleontologi tedeschi ad indicare corpi sedimentari che offrono una eccezionale quantità di informazioni sulla vita del passato sia a causa dell'abbondanza degli esemplari contenuti sia per loro straordinario stato di conservazione (definizione tratta dall'articolo Vita e morte nei mari del Cretaceo, del paleontologo Fabio Marco Della Vecchia, Le Scienze n°418, giugno 2003).



Un fossil - lagerstätte famoso
Una particolare eccezionalità di conservazione dei fossili si ha nei Konservat-Lagerstätte. Questo tipo di giacimenti è riferito a sedimenti particolarmente fini depositati in ambienti marini e/o lacustri che hanno permesso, a volte, anche la conservazione (si parla di impronte) delle parti molli degli organismi. Nella foto si vedono dei cavatori (non sono dei paleontologi) in azione nel fossil - lagerstätte di Hjoula, del Creataceo sup. del Libano; si distinguono le sottili stratificazioni che contengoni i fossili.


Preziosi fossili del Libano
Un tavolo esclusivamente dedicato agli ittioliti (così vengono chiamati i pesci fossili di questo tipo) del fossil - lagerstätte di Hjoula del Creataceo sup. del Libano, ripreso nella mostra Euro Mineral Expo 2004 di Torino. Le popolazioni locali libanesi cavano e commerciano senza controllo questi fossili vendendoli ai turisti sulla costa. È purtroppo si tratta di un tipico esempio di dispersione di materiale paleontologico prezioso.



Bolca: uno storico fossil - lagerstätte italiano
Anche in Italia abbiamo uno di questi particolari giacimenti. Si tratta del più famoso e conosciuto in tutto il mondo: quello della "Pesciara" detto anche "Lastrara" (nomi popolari che rimangono nella denominazione) del Monte Bolca che si trova 25 km a NE di Verona. La prima citazione ufficiale dei pesci fossili del sito compare nei Discorsi sopra Dioscoride del Mattioli, testo che risale al 1555 in cui scrive:
...alcune lastre di pietra portate dal Veronese in cui (sfendendosi nel mezzo) si ritrovano scolpite diverse spetie di pesci con ogni lor particula convertita in sasso...
Il giacimento di Bolca è databile all'Eocene inferiore e rappresenta paleoecologicamente un ambiente tropicale. I livelli fossiliferi sono composti da calcare a grana finissima, di origine chimico-organogena, che si sfalda in lamine consistenti. Aprendo queste lamine, come si può fare con un libro, si ritrovano, foglie e pesci fossili. Diversi splendidi ittioliti ed una grande palma fossilizzata, provenienti da Bolca, li potete ammirare anche a Torino visitando personalmente o virtualmente il Museo di Storia Naturale Don Bosco di Valsalice in queste pagine.



La "Pesciara" di Bolca
Per documentare storicamente il giacimento di Bolca, riporto tre fotografie che ho scattato durante una mia visita alla "Pesciara" nella primavera del 1973 in cui ho avuto anche il privilegio di conoscere il famoso Massimiliano Cerato (1926 - 2012) suo proprietario, che mi permise di accedere al sito. Si noti l'ingente l'ammasso di "lastrine" (da cui "Lastrara) di sedimenti rotti durante la ricerca dei fossili da parte dei visitatori. A destra compare l'ingresso alla cava in galleria.


La Mene rhombea,
Uno splendido ittiolite proveniente dalla Pesciara di Bolca: si tratta di una Mene rhombea, fossile caratteristico di questo giacimento . Per gentile concessione del Museo di Storia Naturale Don Bosco di Valsalice di Torino.



Geositi famosi
I giacimenti fossiliferi che costituiscono dei geositi di una certa importanza sono molti. Alcuni hanno grande valore scientifico, ma i fossili che li cartterizzno a volte non sono "esteticamente appaganti". Altri per contro sono conosciuti anche per l'appariscenza che li caratterizzano e pertanto presentano anche una certa attrattiva turistica.
Mi limito a segnalare uno di questi giacimenti localizzato in Francia, in alta Provenza, nei pressi della cittadina di Digne. E' facilmente raggiungibile dal capoluogo piemontese e non è difficile da trovare: raggiunta la cittadina di Digne basta chiedere a chiunque oppure seguire i cartelli indicatori.
A Digne è possibile visitare anche il bel museo di Paleontologia, che descrive i fossili che provengono dai dintorni della cittadina e che presentano notevole interesse paleontologico, Vengono anche fornite indicazioni per visitare altri siti interessanti presenti nelle vicinanze in cui si possono raccoglier fossili dietro richiesta di un permesso.



Il giacimento ad ammoniti di Digne
Questo splendido giacimento risale al Giurassico. È praticamente un museo all'aperto. Nella foto di sinistra compaiono gli strati calcarei, che presentano una forte inclinazione: si vedono le grandi ammoniti affioranti. A destra ho messo in evidenza la superfice di strato con il sottoscritto per avere il senso delle dimensioni degli esemplari (foto del 1998).


Escursione paleontologica
Visita di un geosito nei pressi di Digne nel 1998, si tratta detta località chiamata "Feston" dal nome del vicino torrente: si possono vedere gli strati che leggermente inclinati costituiscono una successione monotona di livelli concordanti ricchi di ammoniti.