Tecnologia preistorica

Archeologia sperimentale

Spesso sottovalutiamo i nostri lontanissimi antenati considerandoli "uomini primitivi". Se però cerchiamo di riprodurre manufatti di pietra del Paleolitico ci rendiamo conto che non è proprio così facile.



Archeologia sperimentale
Lo studio dei manufatti litici usati dagli uomini primitivi oltre a realizzarsi attraverso lo studio dei venuti alla luce negli scavi in vari giacimenti, attualmernte si basa anche sulla verifica diretta. Tale verifica è sperimentale e pertanto prende il nome generico, anche un poco improprio di Archeologia sperimentale. Questa "disciplina", che in effetti già nasce con i primi studi scientifici di preistoria, si propone di ricostruisce i manufatti creati dai cosidetti "uomini primitivi" impiegando le uniche risorse di cui disponevano i nostri antenati, cercando così di riscopriredelle tecniche ormai dimenticate da migliaia di anni.
Solo negli anni Ottanta dello scorso secolo però si afferma nell'ambito scietrifico ufficiale grazie anche al professor Jacques Tixier (1925–2018), un grande antropologo e sperimentatore che ebbe l'onore di conoscere in quel periodo. In poco tempo diventò "polopare" tanto da iniziare ed appassionare moltissimi (come il sottoscritto) ed a interessare anche i "non addetti" ai lavori. A quest'ultimi spesso sono state attribuite scoperte interessanti.
Tengo a ricordare che nel lontano maggio del 1980, presso il Museo di Antropologia di Torino, per la prima volta nella nostra città, il fututo professor Francesco d’Errico (ora direttore della ricerca del CNRS presso l'Università di Bordeaux in Francia e professore presso il Center for Early Sapiens Behaviour, Università di Bergen e con il quale avevo iniziato a dedicarmi alla scheggiatura della selce), con la mia collaborazione tenne una conferenza con dimostrazione di lavorazione della pietra in pubblico.


Un problema di salute dei nostri antenati ?
L’attività della scheggiatura della selce che ha dominato più del 99% dei dati archeologici dell'evoluzione umana, risulta essere potenzialmente pericolosi per la salute. La frantumazione di rocce silicee, produce una polvere fine. Inalazione ripetuta delle particelle di silice libera (Si02) può portare ad una condizione chiamata silicosi polmonare o fibrosi.
Questo problema è stato notato anche da parte dei lavoratori nel settore minerario, sabbiatura, scultura su pietra, la costruzione di strade e la ceramica, in cui la silice è una delle principali cause di malattie polmonari. L'esposizione prolungata alle particelle di polvere di silice aumenta la probabilità di sviluppare silicosi grave.
Sono stati eseguiti degli studi in merito: sarà stato così anche per i nostri antenati?


Attrezzatura per la sperimentazione
Per realizzare gli strumenti semplicissimi che i nostri antichi progenitori usavano quotidianamente occorre possedere la stessa attrezzatura che questi usavano in quei tempi. l'Archeologia sperimentale infatti si basa su questo principio fondamentale: solo solo utilizzando questi attrezzi si potrà parlare di reale confronto delle vaie lavorazioni e verifica dei vari prodotti realizzati. Esiste quindi una fase "preparativa" da parte dello sperimentatore che deve ricercare i material adatti e creare tale attrzzatura.
Occorre precisare che l'archeologo sperimentale per relaizzare gli strumenti creati dai nostri progenitori, deve conoscere alla perfezione la Paleoetnologie, la tipologia dei manufatti e le varie culture sa cui sono stati attribuiti. le loro caratteristiche, ecc.
Per illustrate gli attrezzi che vengono impiegate per realizzare correttamente gli strumenti in pietra che usavano gli uomin primitivi ho portato di seguito un piccolo atlante fotografico della mia attrzzatura con le rispettive spiegazioni.




Attrezzatura dello sperimentatore
Equipaggiamento standard per la scheggiatura della selce. In alto un corno di cervo e dei ciottoli di varie dimensioni usati come percussori "duri". Segue una serie di percussori "teneri" e, in basso, un ritoccatore con punta in corno di cervo e protezioni di cuoio per mano e dita. Il coltellino multiuso serve per valutare le dimensioni.





Percussori "duri"
Due ciottoli dal diametro centimetrico servono per il lavoro più "grossolano". Sul ciottolo di sinistra, del diametro di circa 9 cm, si notano evidenti tracce di impatto. Il ciottolo sulla destra, del diametro di circa 6 cm, serve operazioni di "precisione" e/o ritocco.





Taglio del corno di cervo
Il corno di cervo (non si deve uccidere un cervo per recuperalo, infatti l'animale perde la corna annulmente) costituisce un materiale di base per la scheggiatura della salce. Dato che è vietata la detenzione ed il commercio di questo materiale naturalistico, per ottenelo occorre un particolare permesso. Come si vede nella foto le parti tagliate sono quelle utilizzate per la lavorazione della pietra. Queste porzioni di corno servono per realizzare dei percussori detti "teneri" in quanto non di pietra.





Serie di percussori "teneri"
I percussori non realizzati in pietra vengo detti "teneri". Strano a dirsi, ma la sceggiatura della selce si ottiene molto meglio e con più precisione usando con queto tipo di percussore. La foto rapprenta alcuni strumenti "clavati" della lunghezza di circa 15 cm. Partendo da sinistra vediamo un osso (costola di maiale), un ramo di durissimo legno di bosso e due strumenti in corno di cervo.





Protezione di mani e gambe
Durante la lavorazione frequentemente le schegge di pietra schizzano ovunque (non è consigliabile eseguire questa attività in casa). Quando si opera sulla selce ed ossidiana che hanno consistenta e composizione simile a quella del vetro, lame di questo matriale possono ferire anche in modo serio. Si pensa pertanto che anche qli uomini primitivi impiegassero delle protezioni in pelle o cuoio. La foto ritrae una pelle ricavata da un pelliccia tarlata da buttare che utilizzo per riparare localmenete mani e gambe durante la lavorazione. Faccio notare che personalmente uso anche occhiali protettivi.




Scheggiatura della pietra
La lavorazione della pietra dagli addetti ai lavori viene denominata famigliarmente scheggiatura per il fatto che si produce un notevole quantità di schegge ed il prodotto finale è poi in sostanza un scheggia di varia dimensione che viene poi ritoccata. Anche questo intervento coclusivo della lavorazione "a finire" produce schegge. L'altro tipo di lavorazione e quello della levigatura che non produce logicamente delle schegge. Nelle foto che seguono sono illustrte alcune fasi lavorative.





Preparazione di un nucleo
Utilizzando alcuni ciottoli come percussori viene preformato un blocco di selce grezza da cui poi verranno staccate delle schegge da cui si otterranno vari strumenti litici.





Distacco di un scheggia
Utilizzando un ciottolo come percussore agendo sul bordo del blocco di selce preformato anucelo, agendo in corrispondenza del piano di percussione viene staccata una grande scheggia da cui si otterrà uno strumento litico.





Nucleo e scheggia
Nella foto si vede il blocco di selce preformato a nucelo e la scheggia da esso distaccata. Similmente agli antichi nuclei e schegge ritrovati nei giacimenti del Paleolitico, si possono notare le stesse caratteristiche morfologiche sia del nucelo appena lavorato dallo scivente che della scheggia ottenuta.





Fase del ritocco
La scheggia ottenuta per distacco dal nucelo viene utilizzata per creare degli strumenti. In questo caso si vede una scheggia venire ritoccata per ottenere un coltello, utilizzando la tecnica a pressione. Il percussore è una cuspide di corno di cervo e la mano viene salvaguardata da un protezione di cuoio.





Utilizzazione di alcuni strumenti litici
Compito dell'Archeologia sperimentale è quello di verificare l'utilizzo degli antichissimi strumenti litici chesi rivengono nei vari siti e comprenderne la metodologia di uso. Un esempio di applicazione di questa scienza può essere l'esecuzione di microfotografie del bordo di un raschiatoio in selce utilizzato per trattare una pelle di cinghiale per un’ora, confrontandolo con un raschiatoio l’originale del paleolitico. Si dovrebbero riconoscere microtracce simili. Nelle seguenti fotografie compaiono alcuni attrezzi litici in selce che ho realizzato personalmente in cui viene descritto il loro utilizzo.



Decorticazione del legno
I raschiatoi erano impiegati per eseguire varie operazioni. Un esempio è quello di rendele liscio un ramo per utilizzarlo come manico per coltelli, asce, ecc. Si vede chiaramente come lo strumentino in selce sia riuscito a esportare la corteccia del legno.



Taglio del legno e pulizia di un corno
I coltelli con bordo segettato chiamati denticolati potevano essere utilizzati per tagliare un ramo, similmente ad un seghetto (foto a sinistra). Atrezzi appuntiti detti bulini erano usati per allargare il corpo delle corna o delle ossa per consentire l'immanicameneto di piccole asce o altri attrezzi (foto a destra).



Altri tipi di lavorazioni
Dei bulini appuntiti e spigolosi erano usati per formare delle scanalature in cui incastrare dei raschiatoi (foto a sinistra). Nella fotografia a destra vediano come poteva essere utilizzato un coltello per il trattemento della pelle da conciare.