Tecnologia preistorica

Scheggiamo un ciottolo

Tuffiamoci nel passato, immaginiamo di essere degli uomini primitivi della pebble culture ed impariamo a lavorare un ciottolo. Un sano ed istruttivo divertimento per capire come vivevano i nostri antenati.



Scheggiatura di un chopping tool
A livello dimostrativo riporto uno delle più semplici realizzazioni di archeologia sperimentale in cui chiunque potrebbe cimentarsi: la realizzazione di un chopping tool (letteralmente "strumento atto a spaccare") che presenta distacchi su ambedue le facce del ciottolo. È uno strumento litico che identifica la fase tecnologica evolutiva successiva a quella del più semplice chopper, che presenta distacchi su un lato solo.
L'attrezzo primitivo che ho riprodotto è corripondente a quelli rinvenuti nella gola di Olduvai in Tanzania che risalgono circa 2 milioni di anni fa.In genere era ricavato da un ciottolo o un "arnione" di selce ed era caratterizzato da un margine tagliente, spesso a profilo sinuoso, ottenuto con scheggiature su ambedue le facce.
Il materiale che ho scelto, ispirandomi alle carattristiche di vari ritrovamenti, è un ciottolo fluviale di quarzite raccolto sul greto del fiume Stura nei pressi di Torino. Il chopping tool serviva per scopi alimentari. Potrebbe essere stato usato per tagliare i rami degli alberi, aprire dei frutti o per tagliare grandi vegetali che potrebbero essere stati utilizzate come cibo. Si pensa anche che servisse per spezzae le ossa di carcasse di animali per estrarrne il midollo. Segue una serie di mie fotografie incui vengono illustrate e commentate le varie tappe della lavorazione dello strumento litico ed il suo probalile utilizzo.




Attrezzatura e risultato della lavorazione
Nella foto compare l'equipaggiamento che ho usato per la scheggiatura del chopping tool. I percussori sono due ciottoli di dimensioni diverse, dove il più grande è servito per dare il primo colpo necessario per ottenere la prima scheggia. Sulla destra compare il prodotto finale della lavorazione. Il coltellino multiuso serve per valutare le dimensioni.



Fasi della lavorazione di un chopping tool
Il materiale che ho scelto è un "banale" ciottolo fluviale di quarzite raccolto sul greto del fiume Stura nei pressi di Torino con dimensioni di circa 12 cm di lunghezza. Ho scelto questa dimensione per avere uno strumento facilmenete "impugnabile" inoltre ne ho ricercato uno di forma allungata e leggermente appiartito per favorire il distacco della prima scheggia. Ho scelto la quarzite, una roccia scelta anche dai nostri progenitori, che risulta sufficiente dura per garantire una certa "durata" del tagliente. Ho eseguito in successione le seguenti operazioni.

1 - Ricerca del ciottolo e orientazione dello stesso in modo da avere la parte "impugnabile" verso il basso.
2 - Colpo energico sul bordo superiore del ciottolo con il percussore grande toglieno così la prima scheggia.
4 - Rotazione del ciottolo di 180°.
4 - Secondo colpo sul piano di percussione nella parte superiore del ciottolo col percussore più piccolo, ottenedo il distacco della seconda scheggia.





Fasi della lavorazione di un ciottolo
Nella foto ho rappresentato in sintesi la lavorazione di un chopping tool con le schegge inutilizzate prodotte.


A questo punto l'attrezzo risulta già completato. Le due schegge prodotte non sono propriamente considerate materiale di scarto, potrebbero in effetti essere utilizzate come altri strumenti litici non intenzionalmnte ottenutie utilizzati senza ulteriore ritocco, vari ritrovamenti lo testimoniano.
Le quattro semplici operazioni che sono state eseguite non sono da sottovalutare per diversi motivi. Ora che le ho illustrate paiono molto semplici, ma (l'ho sperimentato) chiunque che non le conosca non riuscirà a capire la metodologia di lavorazione se non dopo molti tentativi. Questo ci fa capire che già 2 miloni di anni fa i nostri progenitori non erano poi cosi "sprovveduti".





Ciottolo di quarzite grezzo
Il ciottolo di quarzite grezzo è stato scelto con forma allungata e leggermante appiattita e viene orientato in modo da avere la parte "impugnabile" verso il basso.
Refitting delle schegge
Refitting del ciottolo al termine della lavorazione. Questa tecnica permette di ricostuire lo strumento eseguendo un puzzle delle schegge distaccate.




Distacco della prima scheggia
Dopo il distacco della prima scheggia il ciottolo viene ruotato di 180° mantenendolo orientato correttamente. Il distacco della prima scheggia ha prodotto un largo piano di percussione su cui si agirà sulla zona in alto a sinistra per staccare la seconda.
Distacco della seconda scheggia
Per staccare la seconda scheggia occorre agire in alto a sinistra nella zona del piano di percussione formatosi col distacco della prima scheggia. La lavorazione del ciottolo in tal modo ha interessato entrambe le facce: a questo punto la lavorazione è terminata.




Il chopping tool ultimato
Nella fotografia compare il chopping tool completato con sua vista frontale e latera. È interesante osservare nella vista laterale il tagliente ottenuto che è lo scopo della lavorazione.




Scarto di lavorazione
Le due grandi schegge prodotte durante il processo della lavorazione sono impropriamente considerate materiale di scarto, potrebbero in effetti essere utilizzate come altri strumenti litici non intenzionalmnte ottenuti e utilizzati senza ulteriore ritocco per tagliare o incidere (vi sono stati ritrovamenti che lo testimoniano).



Utilizzazione di un chopping tool
Come anche le conosciutissime amigdale, che costituiscono il bifacciale per eccellenza, non si conosce esattamente come potevano essere utilizzati gli strumenti della pebble culture. È indubbio che non erano delle armi, ma strumenti "multiuso" che venivano impiegati per la ricerca del cibo o altro.
Nell'articolo Spartizione del cibo negli ominidi protoumani di Isaac Glynn (pubblicato in Scientifican American n° 118 del giugno del 1978) viene preso in esame questo problema per quanto riguarda le popolazioni di ominidi in Africa. Viene documentato l'uso dai chopping tool per la macellazione di carcasse di animali rinvenuti in un sito nei pressi del lago Turkana. Ispiratomi a questo articolo (oggetto e argomento del mio esame di Antropologia) ho eseguito una verifica diretta di cui seguono le immagini.





Taglio di un ramo
Ho utilizzato un ramo raccolto lungo del torrente Sura nei pressi di Torino, per testare l'efficaca del chopping tool di cui sopra. In pochi minuti sono riuscito senza fatica a tagiare facilmente il ramo nutilizzando un altro ciottolo come incudine.




Estrazione del midollo
Ho utilizzato un osso di bovino reagalatomi dal mio macellaio per testare l'estrazione del midollo con un chopping tool. Ho agito longitudinalmente sull'osso e l'operazione non è stata semplice, non tanto per la forza da impiegare nell'agire, quanto per il tempo impiegato che varia in base alla muscolatura di chi opera (affaticamento).


Scheggiatura di un bifacciale a tallone risparmiato
L'evoluzione della precedente lavorazione porta ad estendere la scheggiatura completa del ciottolo su tutte e due le facce fino a realizzare un cosidetto bifacciale. Il bifacciale per eccellenza è l'amigdala, esiste però una tappa inermedia che consiste nel bifacciale a "tallone risparmiato", strumento più semplice. Anche in questo caso si parte da un ciottolo o un nodulo di selce abbastanza appiattito a cui con diversi colpi "sapientemente" assestati, vengono asportare schegge tutt'intorno in modo da ottenere un margine tagliente. La parte inferiore, che corrisponde presubilmente all'impugnatura, era lasciata grezza, da cui il nome "tallone risparmiato".




Nodulo di selce appiattito
Usando inizialmente un grosso ciottolo calcareo si agisce sul nodulo di selce intorno al suo bordo. Dopo il distacco della prima scheggia il ciottolo viene ruotato di 180° mantenendolo orientato correttamente. Il distacco della prima scheggia produce un piccolo piano di percussione su cui si agirà sulla zona per staccare la seconda scheggia e così via, similmente al chopping tool.




Scheggiatura bifacciale
La lavorazione procede utilizzando un ciottolo più piccolo avendo l'accortezza di ruotare, se necessario, il pezzo di 180° dopo ogni distacco e mantenendolo orientato correttamente fino a finire, lasciando il "tallone" grezzo




Bifacciale a tallone risparmiato
Al termine della lavorazione il nodulo di selce è stato trasformato in questo strumento litico che risulta essere molto simile a quelli del Paleolitico inferiore rinvenuti nei siti africani. Il cortice del notulo costituisce il tannone non lavorato.


Utilizzazione dei bifacciali
Non si sa molto sul reale utilizzo di questi strumenti litici. Riguardo al bifacciale a tallone risparmiato si presume che il detto "tallone" costituisse una specie di impugnatura che servisse per stringere in mano lo strumento, probabilmente utilizzato per tagliare, spezzare e scavare. Riguardo invece all'amigdala, non esiste una qualche "impugnatura", infatti lo strumento risulta tagliente lungo tutto il bordo e quindi non propriamente impugnabile.